Geomarketing: due parole che sembrano essere tra loro antitetiche.
Da una parte la geografia, anche se negli ulimi decenni ci è sembrata un pò abbandonata ora sta vivendo una nuova primavera di attenzioni; e questo anche grazie al diffondersi delle delle app, e di servizi come Google Earth, che inducono sempre più le aziende al pensiero strategico spaziale. Con la variante della “geografia” del marketing, disciplina che tende a ignorare gli spazi fisici per creare piuttosto raggruppamenti di elementi aventi al loro interno altre caratteristiche comuni:parliamo dei cluster. È evidente come il consolidamento di nuove tecnologie quali GPS e sistemi GIS, delle banche dati online, che, spesso sfruttando servizi di geolocalizzazione sono fruibili dagli utenti in qualunque momento e hanno contribuito moltissimo allo sviluppo di questa tendenza. Lo studio del territorio, dei suoi abitanti e delle loro abitudini attraverso le attività di impresa in esso presenti. L’importanza del territorio nelle scelte strategiche e di impresa è da sempre un fattore di successo o insuccesso decisivo.
Comunemente le informazioni provenienti da piattaforme di geomarketing vengono impiegate per localizzare clienti effettivi e potenziali, mappare le sedi dei concorrenti, identificare percorsi di vendita ottimali, correlare la produttività dei venditori alle distanze chilometriche che devono percorrere per visitare i clienti.
Sarà così possibile mappare le abitudini di vita degli abitanti di una area prescelta e acquisire informazioni: ad esempio la presenza di istituiti di credito, ristoranti, hotel, ospedali, tipologie di negozi. Questo tipo di attività, in passato ( e spesso ancora oggi) avrebbe comportato un rilevante dispendio sia in termini di tempo che denaro per l’azienda . In pratica possiamo affermare che il geomarketing permette la rappresentazione e analisi simultanea di tutti questi fenomeni in una sola mappa.
Terminata questa brevissima ma altrettanto doverosa introduzione mi appresto col dire che numerose società sono nate e nascono per offrire questo tipo di servizi e mettere a disposizione piattaforme ad Hoc per le imprese. In realtà esistono numerosi strumenti in rete freeware come Google Earth e Google Map che se utilizzati in abbinamento divengono strumenti potentissimi di lavoro.
L’importanza di questo approccio per il nostro studio, si capirà, assolutamente rilevante per l’azienda vitivinicola di piccole dimensioni che intende procedere alla localizzazione diretta di distributori e piccoli importatori eliminando de plano l’aggravio dovuto ai costi spettanti agli intermediari.
Data la vastità di impiego intendo dare dimostrazione all’interno di una guida dedicata di come questi strumenti possono essere impiegati, nel mio esempio, per lo scouting di clienti nel canale HORECA utilizzando in bundle oltre a GoogleMap e Google Earth anche il portale turistico Trip Advisor. Il monitoraggio dei cosiddetti Earned Media ovvero quelli generati dagli utenti, ( anche Google+ e le foto geo-taggate su Google Earth) torna particolarmente utile per raccogliere quelle informazioni sulle attività che spesso non vengono pubblicate sul sito aziendale: come ad esempio la fascia di prezzo del ristorante, il livello di popolarità acquisito presso un determinato pubblico, eventuale menù da cui poter visionare la carta dei vini. Queste informazioni permettono di selezionare esercizi all’’interno di una area geografica predefinita, determinarne orari di funzionamento, e ottenere immettere i dati raccolti all’interno di tabelle di rapida consultazione e comparazione. Inoltre, sempre da queste piattaforme i cui contenuti sono user generated è spesso possibile ottenere i nomi delle figure chiave quali decisori, chef, titolari, etc.
Mentre i servizi Google forniscono dati che come tali vanno raccolti e al limite confrontati con altri per verificarne l’aggiornamento (riscontro), Trip Advisor richiede tutto un lavoro qualitativo e interpretativo ( e di scrematura) che può anche essere preso in considerazione come un enorme survey non a pagamento.